L’Italia partecipa alle celebrazioni dei 50 anni del CERN con una mostra al Musée d’Histoire des Sciences de Genève, nella bella sede di Villa Bartholoni, proposta e finanziata dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, organizzata per la parte italiana dalla Fondazione Galileo Galilei di Pisa, con il patrocinio e la collaborazione del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e con la partecipazione di vari Enti pisani; per la parte svizzera l’organizzazione è del Musée d’Histoire des Sciences de Genève.
La mostra, che rimarrà aperta dal 19 ottobre prossimo al 14 febbraio 2005, presenta autografi, manoscritti, libri,
quadri, riproduzioni di stampe, ed alcuni degli strumenti ideati da Galileo e ricostruiti in base alla descrizione delle
sue esperienze. Tutti gli oggetti provengono da Pisa con l’intento di rinnovare le iniziative che da due secoli dedica a
Galileo la città, dove lo scienziato è nato 440 anni fa, dove è vissuto per gran parte della sua giovinezza e dove hanno
operato i suoi discepoli.
Per questo il titolo della mostra è
GALILEO E PISA.
Tra i cimeli, sarà esposta la lettera di Galileo a Paolo Sarpi, che è uno dei documenti più importanti di tutta la storia della scienza. Scrivendola il 16 ottobre 1604, Galileo comunicava al Sarpi di avere con esperienze osservato «gli spazii passati dal moto naturale esser in proporzione doppia dei tempi». Ricorre, perciò, in coincidenza con la mostra, il quarto centenario della legge che fonda simbolicamente e cronologicamente la scienza moderna.
I documenti più rilevanti per Pisa sono il registro con il battesimo di Galileo dell’Archivio Arcivescovile, che sarà presente in facsimile, e il Liber Matriculae con l’iscrizione di Galileo allo Studio Pisano. Non sono tuttavia di minor importanza alcuni documenti dell’Archivio di Stato, relativi ai rapporti di Galileo con l’Università, ed altri che ricordano come a Pisa vi fosse una scuola comunale frequentata dal piccolo Galileo, con il magister gramatice, il magister abaci e il magister scribendi.
La cultura scientifica che ruotava intorno allo scienziato è illustrata in parte con rare opere originali e in parte con
facsimili provenienti dal ricchissimo fondo di libri antichi della Biblioteca Universitaria.
La Biblioteca Cardinal Maffi è presente con una
lettera, tanto poco conosciuta quanto significativa per le parole di
riconoscenza che Galileo ha scritto a Guidobaldo dal Monte, con una curiosa dedica autografa in un libro, con un
manoscritto inedito del sec. XVII contenente le postille di Galileo alle Esercitazioni filosofiche di Antonio Rocco e
con la prima edizione latina dei Discorsi sopra due Nuove Scienze.
L’Archivio privato Agostini Venerosi della Seta presterà la "vacchetta di pergamena in cui vi è il ricordo di
Giuseppe Bocca di aver affittato il 9 luglio 1563 una casa, per un anno, a Vincenzo Galilei, maestro di musica".
A Pisa è presente uno dei tre esemplari originali conservati in Italia dei "compassi geometrici et militari" costruiti su disegno di Galileo, che nella mostra è accompagnato dal primo – rarissimo - libro di Galileo, fatto stampare da lui "in casa" in 60 esemplari e dedicato al Gran Duca. Sono oggetti prestati rispettivamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa e dalla Domus Galilæana.
Sarà presente una piccola raccolta di ritratti d’epoca, di quadri con scene storiche del secolo XIX, e di stampe dello stesso periodo di varie provenienze pubbliche e private (Rettorato, Facoltà d’Ingegneria, Opera della Primaziale Pisana, Biblioteca Universitaria, Domus Galilæana, collezionisti privati ecc.).
Saranno esposti alcuni strumenti scientifici galileiani: il pulsilogium per misurare la frequenza del polso; un esemplare di lampada ad olio di fattura pisana d’epoca, per ricordare che, con la scoperta fondamentale dell’isocronismo Galileo, per la prima volta nella storia del pensiero umano, è riuscito a misurare esattamente il tempo; la ricostruzione del grande piano inclinato, con cui ha ottenuto la legge del moto dei gravi; l’orologio ad acqua, che con la bilancia esattissima era una apparecchiatura che gli assicurava la precisione del decimo di secondo, insieme ad alcune apparecchiature elettroniche di confronto; un modello di piano inclinato con bilancia per lo studio delle sue proprietà ed infine l’apparecchio per dimostrare il teorema delle corde.
L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) presenta un esperimento galileiano di forte impatto. Si tratta della dimostrazione della caduta dei gravi in vuoto e in aria in un grande apparecchio a due colonne realizzato a Pisa per la mostra dell’anno mondiale della fisica 2005 e esibito in anteprima a Ginevra per l’anniversario del Cern.
Hanno collaborato alla descrizione degli oggetti esposti: il dott. Mauro Bernardini e la dott.ssa Giovanna Bosco per i libri della Biblioteca Universitaria; il dott. Federico Tognoni per i quadri; il prof. Roberto Vergara Caffarelli per la ricostruzione storica dei rapporti tra Galileo e Pisa; il dott. Claudio Luperini per gli strumenti scientifici; il prof. Carlo Bemporad, il prof. Carlo Bradaschia e il dott. Marco Grassi per l’apparecchio Gravità; le dott.sse Cristina Materazzi, Maria Luigia Orlandi e Rossella Trevisan, coordinate dalla prof.ssa Gabriella Rossetti, per la biblioteca "Cardinale Maffi"; il dott. Roberto Sonnini per il collezionismo pisano.
Roberto Vergara Caffarelli