Nel 1990 sono andato a Chicago e a New York per raccogliere documenti e informazioni originali su Enrico Fermi, per una biografia che mi ero proposto di scrivere. Avevo parlato per telefono a lungo con Nella Fermi e con Ugo Fano per preparare il viaggio. Rimasi a Chicago alcuni giorni; Fano mi ricevette nel suo studio all'Università di Chicago, si parlò a lungo di Fermi, poi mi accompagnò alla biblioteca dell'Università e così ebbi a disposizione gli archivi di Enrico e Laura Fermi.
Nella Fermi invece m'invitò a cena ed io conservo la registrazione della nostra conversazione: ascoltandola oggi sento ancora vivissimo il ricordo della simpatia con cui mi accolse e della sua ospitalità, sentimenti che purtroppo i mezzi elettronici non possono ancora registrare. Qualcuno un giorno, risentendo i nostri discorsi di allora, si stupirà di udire che ogni tanto Nella mi chiede se voglio un altro po' di riso o un'altra fetta di arrosto!
A Nella avevo riportato un album di fotografie che qualche anno prima lei aveva lasciato a Roma ad un regista per un film su Fermi. Lo considerava quasi perduto. Io ero andato a riprenderlo e, con il suo permesso, ne avevo fatto fare una copia per il mio libro nel laboratorio fotografico della Scuola Normale Superiore.
Nella fu molto contenta di riavere l'album e mi disse che non molto tempo prima aveva dato una scatola piena di fotografie alla figlia di suo fratello, Rachel, che viveva a Filadelfia ed era fotografa professionale. Da lei avrei potuto avere altro materiale. E così è stato: non solo mi ha mandato altre fotografie, ma ha voluto essere presente nella mostra con una sua personale scelta di immagini, tratte dal libro che ha pubblicato insieme a Esther Samra.
Dopo Chicago sono andato a New York, all'American Institute of Physics, che mi ha permesso di copiare altri preziosi documenti, e alla Columbia University, dove ho consultato il fascicolo di Fermi.
Con mia grande soddisfazione scoprii che la cartella conteneva corrispondenza risalente al 1937, con gli antefatti e gli accordi che hanno permesso a Fermi di espatriare con tutta la famiglia, senza che il governo italiano interponesse il minimo ostacolo.
Quei documenti vennero fotocopiati e spediti a Pisa poche settimane dopo, per interessamento del mio giovane amico Mario Stella Richter, che mi aveva accompagnato alla Columbia, aiutandomi a farmi capire con il mio zoppicante inglese. Una loro scelta significativa è adesso presente nella mostra, per concessione della Columbia University, che ha messo a disposizione la loro riproduzione elettronica.
Tornato in Italia sono andato subito all'Università di Roma, per consultare la loro cartella Fermi, che trovai assai interessante ma molto voluminosa. Chiesi ed ottenni dal direttore amministrativo di allora la copia fotostatica dell'intera cartella, che mi fu spedita poco dopo a Pisa.
Questa importante cartella, che è rimasta ignorata da tutti i biografi di Fermi, anche i più recenti, contiene documenti da cui ho potuto ricostruire tutta la vita accademica di Fermi: vi ho trovato i verbali dei due giuramenti che era obbligatorio prestare, il primo solo al re e il secondo al re e al regime fascista; lo stampato riempito da Fermi, con la dichiarazione che la moglie è ebrea (risale al 1928!); tutte le autorizzazioni dei viaggi all'estero, i corsi tenuti ecc. Sopra ogni altra cosa mi hanno interessato gli atti amministrativi che completano la documentazione della Columbia University, quelli che adesso sono riprodotti nella mostra, purtroppo non con la qualità dei documenti americani.
I due biografi principali di Fermi, Laura Fermi ed Emilio Segrè, insistono sulla personalità fortemente laica dei genitori di Enrico Fermi, che non aveva ricevuto istruzione religiosa. Anche dai parenti più stretti mi era stato detto che Enrico non era stato battezzato ed è noto che il matrimonio con Laura Capon era stato solo civile, come prova la fotografia del loro matrimonio in Campidoglio.
Volendo essere certo di questo, sono andato all'Archivio Storico del Vicariato di Roma, dove ho trovato gli atti di battesimo di Enrico e di Maria Fermi. Poi sono andato alla parrocchia di S. Roberto Bellarmino, che era la parroccchia della famiglia Fermi nel 1938. Qui con mia grande sorpresa ho scoperto che il giorno prima della partenza per Stoccolma, per il premio Nobel, e da dove egli avrebbe proseguito per gli Stati Uniti, sua moglie Laura era stata battezzata da Monsignor Ruffini, essendo padrini Edoardo e Ginestra Amaldi, e poi subito dopo lo stesso prelato aveva unito in matrimonio cattolico la coppia, testimoni i due padrini e il prof. Ugo Amaldi.
Ebbi allora i documenti dal parroco e solo recentemente ho appreso che non me li avrebbe dovuti dare, perché troppo recenti. Tuttavia, avendoli ottenuti all'epoca e avendo l'autorizzazione dei familiari, ho saputo in via non ufficiale che vi era opposizione alla loro pubblicazione. Sono nella mostra!
Per la biografia, che intendevo limitare al periodo italiano, ho incontrato, soprattutto nel 1990, molte persone che potevano parlarmi di Fermi.
Ho visitato più volte a Firenze, nella sua bella palazzina di famiglia, Nello Carrara, allora un novantenne in gran forma, vivace, con una memoria invidiabile, con cui ho ricostruito gli anni passati insieme a Fermi alla Normale di Pisa.
Carrara mi aveva mostrato delle fotografie di quegli anni, in alcune in cui appare Fermi insieme ad altri normalisti ed in altre Carrara con Fermi e Franco Rasetti. Queste fotografie, che poi mi ha dato, sono nella mostra. Non sono più inedite perché a mia volta in alcune occasioni le ho date ad altri. Soltanto una è rimasta inedita: quella di Carrara nella sua stanza in Normale, che testimonia la semplicità quasi monastica della Scuola Normale, che allora era un semplice collegio universitario, con il direttore e i professori che appartenevano all'università di Pisa.
Ho risentito con emozione la registrazione del colloquio che ho avuto a Firenze con Giorgio Sacchetti, musicista, notevole pianista e docente al conservatorio, che mi ha fatto conoscere alcuni ricordi della madre, Maria Sacchetti, sorella di Enrico Fermi.
Altri ricordi mi sono stati narrati da Ida e Gabriella Sacchetti, sorelle di Giorgio. Una parte delle fotografie che appaiono qui riprodotte mi sono state affidate proprio da Gabriella Sacchetti, insieme ad un cospicuo numero di lettere di Enrico Fermi, per lo più scritte da Göttingen nel 1923 e da Leiden nel 1924.
Sono presenti alcune fotografie affascinanti fatte a Fermi da Enrico Persico quando entrambi erano ancora al liceo, insieme a molte altre dovute sempre all'interesse di Persico per la macchina fotografica: la proprietaria è Alessandra Raggi Persico, a cui devo la cortesia della loro disponibilità e anche la riproduzione di alcune lettere della corrispondenza Fermi-Persico.
Una fotografia praticamente inedita proviene dalla tesi di Fermi: l'aver rintracciato questa tesi tra quelle conservata presso la Biblioteca Universitaria di Pisa è stata la causa prima del mio interesse per lui.
La dott.ssa Emma Amidei mi ha dato la fotografia di gruppo con il nonno Adolfo, che è l'ingegnere che orientò il giovane Fermi a Roma. Per molto tempo ho sperato, purtroppo senza risultato, che venissero trovati i suoi appunti, con le frasi dei dialoghi tra lui e Fermi, della cui esistenza fece cenno a Segrè in una lettera del 1958.
Nella mostra Enrico Fermi. Immagini e documenti inediti, di cui questa pubblicazione descrive la parte grafica, sono esposti molti documenti, provenienti dagli archivi della Scuola Normale Superiore e dell'Università di Pisa, insieme ad alcuni documenti inediti conservati presso la Domus Galileiana. Essi verranno riprodotti, con la tesi di laurea e con altri lavori inediti del giovane Fermi, in una pubblicazione a sé.
In questa lunga ricerca ho potuto contare sull'appoggio del Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa, della Scuola Normale Superiore e dell'INFN, ai quali sono grato.
La Mostra, realizzata con poster di grandi dimensioni, prodotti interamente presso il Dipartimento di Fisica e incollati su pannelli di forex, presenta attraverso fotografie e riproduzioni di documenti la vita (pubblica e privata) di Enrico Fermi nel periodo che va dall’infanzia alla partenza per l’America, ed oltre.
All’interno della mostra la nipote Rachel Fermi presenta una serie di 11 poster dal titolo Chasing the atom: Enrico Fermi and the Manahttan project, con foto tratte dal suo libro Picturing the Bomb: Photographs from the secret world of the Manhattan Project scritto insieme a Esther Samra.
Il catalogo della parte iconografica della mostra Enrico Fermi. Immagini e documenti è stato pubblicato dall’associazione La Limonaia insieme alle "EDIZIONI PLUS Università di Pisa".
Nella sede della La Limonaia sono stati esposti in mostra numerosi documenti originali provenienti dalla Scuola Normale Superiore, dalla Università di Pisa, dalla Biblioteca Universitaria di Pisa, dalla Domus Galileiana e dagli archivi privati di Gabriella Saccchetti Fermi, Alessandra Raggi Persico, Roberto Vergara Caffarelli e Giorgio Capon.
dall'alto verso il basso:
- La locandina della mostra
- Visitatori alla mostra
- Il discorso del Professor Vergara Caffarelli all'inaugurazione
- Il Presidente del Senato, Marcello Pera, al taglio del nastro
- Il professor Vergara Caffarelli illustra al Presidente Pera una sezione della mostra
Con fotografie e documenti mostra per celebrare Fermi (IL TIRRENO, 4 Agosto 2000)
Una mostra su Enrico Fermi a Pisa (IL TIRRENO, 4 Settembre 2000)
Fermi, quei quaderni unici al mondo (IL TIRRENO, 21 febbraio 2001)
Fermi erede di Galileo. La sua vita in una mostra (LA NAZIONE, 21 febbraio 2001)
Ecco il quaderno di liceo di Fermi (LA NAZIONE, 21 febbraio 2001)
Centenario Enrico Fermi: trovata prima stesura tesi laurea (ANSA, 28 febbraio 2001)
Così sono riemersi i quaderni dimenticati del giovane Fermi (IL MESSAGGERO, 13 marzo 2001)
I segreti di Enrico Fermi (LA NAZIONE, 19 settembre 2001)
I segreti di Fermi: matrimonio cattolico e battesimo dei figli (CORRIERE DELLA SERA, 21 settembre 2001)
Premi Nobel a confronto, una mostra e tanti ricordi (IL TIRRENO, 3 ottobre 2001)
Il Nobel rimosse Pisa dalla memoria ma non dall'accento PAG 1 (DALLA TOSCANA ALL'EUROPA, riv. trim. ottobre-dicembre 2001)
Il Nobel rimosse Pisa dalla memoria ma non dall'accento PAG 2 (DALLA TOSCANA ALL'EUROPA, riv. trim. ottobre-dicembre 2001)
La Normale onora la grande scienza (IL TIRRENO, 19 ottobre 2001)
L'omaggio dell'Ateneo a Enrico Fermi (LA NAZIONE, 19 ottobre 2001)
Omaggio dell'Ateneo a Enrico Fermi (LA NAZIONE, 19 ottobre 2001)
Sulle tracce dell'atomo di Enrico Fermi (IL TIRRENO, 21 ottobre 2001)
Il centenario della nascita di Enrico Fermi (PISA INFORMA, 4 Novembre 2001)
Chasing the atom: Enrico Fermi and the Manahttan project ( foto tratte dal libro Picturing the Bomb: Photographs from the secret world of the Manhattan Project scritto da Rachel Fermi insieme a Esther Samra